1 giu 2015

CRISTINA CONTILLI

Da quando frequentavo la scuola superiore sono sempre stata un’appassionata di storia contemporanea, ma più che i grandi avvenimenti collettivi, mi interessavano le vicende delle singole persone che avevano avuto un ruolo in eventi decisivi e che con le loro scelte li avevano causati, ma anche, a volte, subiti. La prima cosa che ho cominciato a scrivere e pubblicare sono state però le mie poesie, per arrivare a scrivere di storia è stata decisiva l’esperienza del dottorato di ricerca. Lavorando all’edizione critica di una parte dell’epistolario di Silvio Pellico, sono entrata, infatti, dentro la vita intima di questo autore e mi sono sentita partecipe dei suoi sentimenti e delle sue sofferenze.Nel 2001 mi sono laureata, infatti, in lettere e nel 2006 ho concluso il dottorato di ricerca in italianistica presso l’Università di Macerata, discutendo una tesi intitolata: “Silvio Pellico. Lettere inedite (1830-1853)”. Tra il 2006 e il 2007, ho diretto per le Edizioni Carta e Penna di Torino, la collana “Riscoprire l’Ottocento”, dedicata agli autori minori del romanticismo italiano, curando la riedizione delle opere meno conosciute di Silvio Pellico, dalla tragedia “Francesca da Rimini” alle poesie autobiografiche.
Scrivo inoltre recensioni di libri di poesia e di saggistica per la rivista on line literary e gestisco un’agenzia letteraria che si chiama “Il colibrì”.
La figlia dell'imperatriceCarta e Penna, Torino 2008, pp. 68.
L’imperatrice Josephine aveva avuto, prima del matrimonio con Napoleone, una vita sentimentale intensa che venne anche raccontata in un romanzo erotico, pubblicato anonimo a Parigi nel 1801, intitolato “Zoloé et ses deux acolytes ou Quelques décades de la vie de trois jolies femmes” e attribuito al marchese De Sade che, tuttavia, smentì sempre di esserne l’autore. Protagonista di “La figlia dell’imperatrice” è Josephine Desiré, nata a Parigi nel 1794, presunta figlia di Josephine e del generale rivoluzionario Lazare Hoche, le cui vicende si intrecciano con quelle del conte Armand De Polignac, della marchesina Juliette De Sade (figlia del marchese De Sade e dell’attrice Marie Constance Quesnet) e del conte Alain De Soissons, colonnello della Marina Francese e marito di Juliette. Il piano di Armand, deciso a vendicarsi di Napoleone che, per il suo coinvolgimento nella cospirazione contro di lui del 1804, lo ha fatto condannare a 2 anni di carcere ed ha fatto condannare suo fratello Jules a 9 anni di carcere e di Juliette che, invece, vuole vendicarsi di Josephine, ritenendola responsabile dell’arresto del padre, verrà ostacolato da inganni, imprevisti e colpi di scena e coinvolgerà, oltre a Josephine Desirée, anche il tenente Victor Grand, compagno del conte Jean Jacques Regis De Cambaceres, il capitano Nicolas De Blégny, medico della caserma della Guardia Costiera di Calais e il conte Jean Louis De Toussaint, un vecchio libertino, che era stato amico del padre di Juliette. (DAL SITO DELLE EDIZIONI CARTA E PENNA DI TORINO)
Il porto di Calais: amori, cospirazioni e duelli nella Francia del 1804Edizioni Carta e Penna, Torino 2008, pp. 56.
Nel 1804 viene scoperto un tentativo di colpo di stato contro Napoleone, che allora ricopriva la carica di primo console. La responsabilità di aver organizzato la cospirazione viene attribuita a Luigi Antonio Enrico di Borbone, ultimo discendente della famiglia Condé e duca D’Enghien, che viveva in esilio a Baden e che viene fatto rapire dai servizi segreti francesi dell’epoca, per essere giudicato a Parigi da un tribunale militare, presieduto dal generale Pierre Augustin Hulin. Il duca si dichiarerà sempre innocente, ma verrà lo stesso condannato alla fucilazione, mentre degli altri 42 congiurati, finiti sotto processo, molti (tra cui il conte Bouvet De Lozier che con la sua testimonianza aveva dato l’avvio alle indagini) verranno assolti, molti verranno condannati a pene che variano dai 2 anni (come il generale Victor Moreau) ai 9 anni di carcere (come il conte Jules De Polignac) ed uno (il generale Jean-Charles Pichegru) si suiciderà in carcere, prima della sentenza definitiva (anche se qualcuno all’epoca accusò lo stesso Napoleone di averne ordinato l’uccisione, ma non sono mai stati trovati dagli storici dei riscontri a questa teoria). Il Porto di Calais è una ricostruzione dell’episodio, fatta da un insolito punto di vista, quello del conte Alain De Soissons, colonnello della Marina Francese e cugino del duca D’Enghien, che non verrà coinvolto direttamente nel processo, ma che potrebbe aver avuto nella vicenda un ruolo più rilevante di quello che si riteneva finora. (DAL SITO DELLE EDIZIONI CARTA E PENNA)
Dalla prigionia nello Spielberg al ritorno alla vita. La vita dentro e fuori dal carcere di: Alexandre Andriane, Federico Confalonieri, Piero Maroncelli, Silvio PellicoGiovane Holden Edizioni, Viareggio 2008, pp. 56.
Per il progetto del dottorato ho curato un’edizione delle lettere inedite, scritte da Silvio Pellico tra il 1830 e il 1853. Mi sono inoltre occupata delle poesie autobiografiche del Pellico, sia edite sia inedite. Lavorando su queste due fonti ho avuto la possibilità di conoscere amicizie, amori, progetti letterari ed ideali politici di uno scrittore che ha vissuto in modo lucido e consapevole le lotte risorgimentali. Da queste ricerche è nata una ricostruzione, in cui le vicende di Silvio Pellico si intrecciano a quelle degli amici che hanno vissuto le sue stesse sofferenze e che, come lui, dopo la liberazione, hanno lottato per “tornare alla vita”.
Il duello. Costanza Arconati tra Giovanni Berchet e Pietro BorsieriEdizioni Lulu.com, Morrisville 2007.
La storia tra Giovanni Berchet e Costanza Arconati ha qualcosa di ambiguo ed affascinante, perché sia nelle manifestazioni private (le lettere) sia in quelle pubbliche (come la dedica in apertura al volume di traduzioni delle Antiche Romanze Spagnole) sembra sempre muoversi sul sottile crinale che separa l'amicizia dall'amore. D'altra parte i contemporanei (Pellico, Borsieri, Gioberti), descrivono Berchet come una personadal carattere chiuso e malinconico, il che potrebbe spiegare il tono nostalgico, affettuoso, confidenziale, ma mai troppo intimo e passionale delle lettere indirizzate a Costanza. Pietro Borsieri, invece,aveva un carattere più aperto e più passionale di Berchet e, in una lettera del 1849, indirizzata a Costanza, la ringrazia della sua "sempre calda ed amatoria amicizia".
Amore e rivoluzione. Dalla presa della Bastiglia al periodo della restaurazione (1789-1817)Edizioni Lulu.com, Morrisville 2008, pp. 114.
Il fatto storico certo è che alla presa della Bastiglia c’erano tre ufficiali dell'esercito francese: due uomini ed una donna. La situazione di partenza era interessante, perciò, ho cercato di documentarmi per scoprire come si chiamavano queste persone e cosa hanno fatto prima e dopo quel “fatidico” 14 luglio. Questo testo è costruito come una biografia romanzata, dove si mescolano realtà storica e suggestioni derivate da romanzi e quadri dell’epoca, ma anche dalle interpretazioni moderne della figura di Maria Antonietta, del conte Axel von Fersen (amante della regina) e degli altri personaggi (come il giornalista e rivoluzionario Camille Desmoulins, ma anche come il generale La Fayette, comandante della Guardia Nazionale), che vissero nella Francia della fine del ‘700. Nella prima versione del testo avevo seguito i tre ufficiali dal 1789 al 1794, poi, ho approfondito le mie ricerche, arrivando fino al 1817, quando, dopo la caduta di Napoleone, sul trono francese siede Luigi XVIII.
Amore e rivoluzione. Cinque anni (1789-1794) nella vita dei tre ufficiali dell'esercito francese che contribuirono alla presa della Bastiglia
Edizioni Lulu.com, Morrisville 2007.
Il fatto storico certo è che alla presa della Bastiglia c’erano tre ufficiali dell'esercito francese: due uomini ed una donna. La situazione di partenza era interessante e perciò ho cercato di documentarmi per scoprire come si chiamavano queste persone e cosa hanno fatto prima e dopo quel “fatidico” 14 luglio. I risultati delle mie ricerche sono confluiti in questo testo che racconta gli eventi decisivi della Rivoluzione Francese da un punto di vista innovativo ed originale.
Parigi era solo uno sfondo. Alessandro Poerio e Lauretta Parra tra amicizia e amoreIntroduzione di Mariateresa Biasion Martinelli. Edizioni Lulu.com, Morrisville 2007.
Parigi 1832: la popolazione insorge contro il re Luigi Filippo, posto sul trono dalla rivoluzione di due anni prima, le strade sono percorse dai rivoltosi. Un uomo, un esule, un poeta, colui che diventerà un eroe, sacrificando la propria vita nella difesa di Venezia, accorre presso la donna amata, temendo che lei sia impaurita dal clamore della battaglia, ma la trova tranquilla, serena, per nulla spaventata, armata di pistola: anche lei, se non fosse stata trattenuta dall’amore per i figli, ancora piccoli, sarebbe potuta diventare un’eroina, in Grecia, dove avrebbe voluto recarsi, anni prima, col suo amante, a combattere per la libertà. I due protagonisti di questo episodio e dell’intero testo sono Lauretta Cipriani Parra e Alessandro Poerio, esuli, entrambi, nella capitale francese e, pare, vicini di casa, in Rue Luis Le Grand.
Cristina Archinto Trivulzio: Poesie scelteEdizioni Lulu.com, Morrisville 2007.
Silvio Pellico. Francesca da Rimini
Foto e ricerche iconografiche a cura di Silvio Corsini. Edizioni Lulu.com, Morrisville 2007, pp. 39.
Silvio Pellico ha avuto nei due anni precedenti all'arresto due storie d'amore contrastate ed appassionanti, la prima con la marchesina milanese Cristina Trivulzio (Milano 1799-1852, sposata dal 1819 con il conte Giuseppe Archinto), la seconda con l'attrice Teresa (Gegia) Marchionni (Firenze 1785-Torino 1879). Cristina era un'apprezzata musicista, ma amava anche comporre brevi poesie a carattere autobiografico, come dimostra la raccolta di versi d'amore che pubblicò a Torino nel 1847, da cui sono tratti i testi scelti per questa edizione. In appendice due poesie d'amore di Cristina in rima che dimostrano la sua adesione ai canoni della poesia romantica contemporanea.
Cristina Archinto Trivulzio. Poesie scelteEdizioni Lulu.com, 2007, pp. 10.
Silvio Pellico. Versi d'amoreEdizioni Lulu.com, 2007, pp. 15.
Antologia delle poetesse romantiche italiane
co-autori Mariateresa Biasion MartinelliGiuseppina Ranalli
Ines ScarparoloFoto e ricerche iconografiche a cura di Silvio Corsini. Schede e testi di Maria Alinda Bonacci Brunamonti a cura di Ilaria Bellezze. Edizioni Carta e Penna, Torino 20072, pp. 40.
Le passioni di Silvio Pellico: amicizia, amore e scrittura nella vita di un poeta dell'OttocentoEdizioni Carta e Penna, Torino 2007, pp. 50.
Silvio Pellico. Poesie scelteContiene "Manfredo. Poema drammatico di lord Byron, versione in prosa di Silvio Pellico". Edizioni Carta e Penna, Torino 2007, pp. 30.
Silvio Pellico. Lettere d'amorePostfazione di Mariateresa Biasion Martinelli. Con una lettera inedita di Ludovico Di Breme a Carlotta Marchionni. Edizioni Carta e Penna, Torino 2007, pp. 39.
Dall'Arcadia al Romanticismo: il percorso di una poetessa vicentina dell'Ottocento: Vittoria Berti Madurelli co-autore Ines ScarparoloCon bibliografia ragionata. Edizioni Carta e Penna, Torino 2007, pp. 32.
Alessandro Poerio. Poesie scelte co-autore Mariateresa Biasion Martinelli Foto e ricerche iconografiche a cura di Cristina Contilli. Edizioni Carta e Penna, Torino 2006, pp. 22.
L'amore di Paola e Francesca dalla "Francesca da Rimini" di Silvio Pellico al teatro contemporaneo
Foto e ricerche iconografiche a cura di Silvio Corsini. Con la postfazione dedicata alla traduzione della "Francesca da Rimini" a cura di lord Byron. Edizioni Carta e Penna, Torino 2006, pp. 59.

Versi d'amore di poeti del romanticismo italiano
Postfazione di Mariateresa Biasion Martinelli. In copertina "Terrazza e giardino sul lago" di Antonio Fontanesi. Edizioni Carta e Penna, Torino 2006, pp. 35.
La poesia al femminile nel Piemonte dell'Ottocento co-autore Giuseppina Ranalli
Edizioni Carta e Penna, Torino 2006, pp. 32.
 
Attualmente sto scrivendo il seguito della storia di Alain e Juliette, ambientato nel periodo della restaurazione.
Il capitano Joséphine 
Il colonnello Alain De Soissons ha ormai sessantacinque anni e viene congedato dalla marina per limiti d’età. All’inizio, Alain pensa di occuparsi dell’amministrazione delle proprietà che la sua famiglia possiede da secoli nella città di Soissons, poi, comprende che è un’occupazione inadatta a lui e decide di dedicarsi al commercio marittimo tra Francia ed Inghilterra, comprando un’imbarcazione insieme ad un altro ex ufficiale della marina, il dottor Nicolas De Blégny. Quando Alain e Nicolas si recano nel porto di Calais, che sarà la base della loro futura attività, scoprono che la locanda, dove aveva lavorato Juliette, prima di sposarsi con Alain, è ora gestita da Marie Surcouf, figlia dell’ex corsaro Robert Surcouf. Scoprono inoltre che Marie ha una sorella, Joséphine, che è un vero “maschiaccio” perché, a soli diciannove anni, già comanda una delle navi del padre che, dopo una vita intensa ed avventurosa, si è ritirato a vivere nella propria città d’origine: Saint-Malo. Provocato da Alain, Nicolas che è sempre stato un libertino, decide di conquistare Joséphine, anche se sa che non sarà un’impresa priva di rischi, perché Joséphine, oltre a trasportare della merce regolare sulla propria nave, si dedica anche al contrabbando. Inoltre Joséphine, pur essendo una donna insolita ed affascinante, sembra nascondere più di un mistero. Nel frattempo Alain accetta dal conte Jules De Polignac che ricopre da diversi anni l’incarico di ambasciatore francese a Londra la proposta di andare a lavorare in ambasciata come consulente militare e lascia perciò Calais, affidando la propria nave al suo vice, Etienne, dandogli fiducia, anche se ha appena diciassette anni.
CRISTINA CONTILLI
 

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