15 gen 2016

RECENSIONE: - L'USIGNOLO - KRISTIN HANNAH


L'USIGNOLO
Kristin Hannah
2016

Nel tranquillo paesino di Carriveau, Vianne Mauriac saluta il marito Antoine che si sta dirigendo al fronte. Non credeva che i nazisti avrebbero attaccato la Francia, ma di punto in bianco si ritrova circondata da soldati tedeschi, carri armati, aerei che scaricano bombe su innocenti. Ora che il Paese è stato invaso, Vianne è obbligata a ospitare il nemico in casa sua: da quel momento ogni suo movimento è tenuto d'occhio, lei e sua figlia sono in costante pericolo. Senza più cibo né denaro, in una situazione di crescente paura, si troverà costretta a prendere, una dopo l'altra, decisioni difficilissime. Isabelle, la sorella di Vianne, è una diciottenne ribelle in cerca di un obiettivo su cui lanciarsi con tutta l'incoscienza della giovinezza. Mentre lascia Parigi insieme a migliaia di persone, incontra il misterioso Gaëtan, un partigiano convinto che i francesi possano e debbano combattere i nazisti. Rapita dalle idee e dal fascino del ragazzo, Isabelle si unirà alla Resistenza senza mai guardarsi indietro, non considerando i rischi gravissimi a cui andrà incontro.

Con l'avvicinarsi della Giornata della Memoria (giorno di commemorazione delle vittime dell'Olocausto), ogni anno, in libreria arrivano libri che cercano di ricordare l'orrore avvenuto con la speranza che non accada di nuovo.
Sono storie che coinvolgono persone realmente esistite o con personaggi di pura fantasia ma con l'intento di raccontare aspetti della seconda guerra mondiale poco conosciuti, a quest'ultimo tipo appartiene L'usignolo.
Partiamo dalla struttura del romanzo. Siamo in Oregon 1995, una donna vedova e malata sta per trasferirsi in una casa di cura, prima di andarsene, vuole assolutamente portare con lei un baule.
All'interno, la donna conserva cose di un passato che ha cercato di dimenticare, ma un invito a Parigi le riporta alla mente tutto e comincia a raccontare la sua storia e quella della sorella. La maggior parte del romanzo è ambientato negli anni 39-44 in Francia ed è raccontata in terza persona attraverso i punti di vista delle due sorelle. Il periodo 1995 che prende pochissimo spazio è invece raccontato in prima persona attraverso un unico punto di vista.
Come accennavo prima, tutto ruota attorno a due sorelle. Entrambe hanno perso la madre quando erano molto giovani e il padre, anch'egli con i suoi problemi, le allontana. Le due sorelle nonostante vivessero lo stesso dramma non sono molto unite: Vianne, la più grande, si sposa ma dopo aver subito un aborto si chiude nel suo dolore. Successivamente diventerà finalmente madre della piccola Sophie ma a quel punto la sorella più piccola, Isabelle ha passato la maggior parte della sua vita in diversi istituti per signorine dai quale fugge sistematicamente, diventando così una ragazza ribelle, testarda e sprezzante del pericolo.
Entrambe dovranno cercare di sopravvivere in una Francia occupata dai nazisti e non sarà affatto semplice. Vianne è una donna matura, razionale e con un marito in guerra. All'inizio è interessata solo a come tenere al sicuro lei e sua figlia, Isabelle, invece, è un'idealista e sin dall'inizio cerca in tutti i modi di ribellarsi, ha un forte desiderio di fare qualcosa di concreto incurante dei rischi che poteva correre lei stessa o chi la circonda. Sono due sorelle caratterialmente diverse tra loro ma alla fine scopriranno qualcosa che le rende molto simili.
Rispetto ad altri libri del genere, questa è una storia di donne ma soprattutto del loro ruolo e del loro coraggio. Tematica, a mio avviso, che non sempre trova il giusto riconoscimento.
Ho apprezzato la caratterizzazione delle due protagoniste, l'autrice è stata capace di renderle reali agli occhi del lettore. E' una storia coinvolgente, scorrevole (anche se, ci sono passaggi in cui perde un po' la fluidità), descrizioni vivide e accurate e non manca l'aspetto romantico ma è un aspetto molto marginale.
Alla fine è davvero difficile non sciogliersi in lacrime.
Dovete assolutamente leggere questo libro.

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