30 giu 2015

RECENSIONE: - COMPLOTTO IN RIVA D'ARNO - PARIGI & SOZZI


AUTORE: Parigi & Sozzi
CASA EDITRICETimeCrime
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015


Toscana, 1611. L’ufficiale Saverio Adinolfi riceve l’incarico di recuperare una grande quantità di oro, sottratta ad alcuni galeoni spagnoli da pirati al servizio dell’ordine toscano di Santo Stefano e nascosta nei pressi di Panama. Ma a bordo della nave Tuscia due inspiegabili omicidi macchiano di sangue la traversata. Firenze, 1904. Mentre le forze dell’ordine sono tese per l’imminente visita del regnante inglese Edoardo VII, Italo Fissi, spia al servizio della polizia, viene trovato morto nel Cimitero degli Inglesi, trafitto da una grossa scheggia di vetro. Nello stesso frangente, poco lontano dalla città, la marchesa Caterina Borelli viene assassinata nel giardino della sua villa. Il commissario Ulisse Bellandi indaga sulla morte, politicamente scottante, di Fissi, mentre il caso Borelli viene
affidato al vicecommissario Alessandro Nocentini, abile nel muoversi negli ambienti della nobiltà. Le due indagini sono destinate a congiungersi in un intreccio che sembra affondare le sue radici in quel viaggio di alcuni secoli prima...


Complotto in riva d'Arno è un giallo ad ambientazione storica un po' particolare ma decisamente avvincente.
Il romanzo racconta due vicende ambientate in due periodi storici differenti che all'apparenza sembrano non avere alcun nesso ma è chiaro che per il lettore sono collegate (resta solo da scoprire in che modo). Da una parte siamo nel 1611 e seguiamo le gesta del Capitano Adinolfi incaricato di recuperare un grosso carico d'oro mentre dall'altra siamo nel 1904 dove il Commissario Bellandi e il suo Vice Nocentini sono incaricati di scoprire un misterioso assassino e far in modo che la visita del sovrano inglese non provochi problemi.
I due periodi storici si alternano per tutto il romanzo e forse a volte risulta un po' irritante perché mentre il lettore si sta appassionando alla vicende di un periodo, sul più bello passi nell'altro e viceversa. Inoltre, la parte ambientata nel 1611 è scritta in prima persona (Il capitano Adinolfi è l'unico punto di vista) mentre la parte ambientata nel 1904 è raccontata attraverso vari punti di vista. 
Comunque in entrambi i periodi, i personaggi sono tanti e finché non diventano familiari c'è la lista all'inizio del volume per aiutare il lettore.
Nonostante tutto, il romanzo mi è piaciuto molto: è scorrevole, coinvolgente, ha un buon ritmo, ha un'attenta ricostruzione storica, non manca l'avventura e un risvolto romantico (aspetto quest'ultimo molto marginale).
Una trama con svolte per nulla scontate e sono sicura che questa lettura saprà conquistarvi come è successo a me.   

RECENSIONE: - VOCI SOFFOCATE - BEPPE QUINTINI



AUTORE: Beppe Quintini
CASA EDITRICETimeCrime
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015


In una mattina di freddo pungente come filo spinato, un frate è seduto nella cabina di un confessionale e ascolta una voce. «Stanotte ho ucciso...» Poi una frase enigmatica: «La salvezza del prossimo è più vicina di quanto pensi. Non sta in cielo ma in terra.» Inizia così uno dei casi più complessi che Mathias Novari, ex poliziotto sospeso dal servizio, e l’agente Marina Bruni, donna tenace e affascinante, abbiano mai affrontato. Sulla scena del crimine, accanto ai cadaveri di un uomo e una donna, l’assassino ha lasciato una macabra composizione, la sua firma. Prende il via una caccia all’uomo che dalla provincia trentina si intreccia prepotente con l’oscura abitudine di un senatore a Roma. C’è un filo rosso che lega il sangue versato quella maledetta notte agli ambienti altolocati della capitale, ma è inafferrabile, confuso. Il killer è un’ombra: non ha lasciato nessuna traccia, non ha commesso errori, e nel complicato puzzle che Novari e la Bruni tentano di ricomporre manca sempre qualche tessera. Eppure la verità deve celarsi da qualche parte, forse proprio in quella firma lasciata dall’assassino... 


Quando ho visto la grandezza di questo volume, mi sono un po' spaventata e ho sperato davvero che fosse un thriller degno di nota. Ebbene, dopo essere arrivata all'ultima pagina sono rimasta assolutamente senza parole. Un thriller assolutamente fantastico.
Ambientazione tutta italiana (siamo tra Madonna di Campiglio e Cimego), un uomo spietato e pericoloso confessa ad un frate di aver ucciso due persone e che questo è solo l'inizio. Ad indagare vengono chiamati Mathias Novari, un ex-poliziotto che deve fare i conti con il proprio passato, e Marina Bruni, un'agente intelligente, caparbia e con una situazione difficile alle spalle.
Scritto con uno stile scorrevole, anche se, ci sono delle scene che avrei tranquillamente eliminato.  Nonostante tutto, ha buon ritmo ed è coinvolgente (non riesci assolutamente a staccare gli occhi dalle  pagine) perché ha una trama ben strutturata, con bei colpi di scena e per niente scontata. 
Anche i personaggi sono ben delineati e interessanti (la storia è raccontata attraverso vari punti di vista, compreso quello dell'assassino). 
L'unico aspetto che potrebbe disturbarvi un po' è la presenza di qualche scena un po' forte (il killer ci prova gusto a torturare le proprie vittime e non risparmia dettagli).
Confesso che di solito propendo più per i thriller di autori stranieri ma quest'autore non ha niente da invidiare a tutti loro.
Vi consiglio di dare un'occhiata a questo romanzo e non lasciatevi spaventare dallo spessore del volume perché non ve ne pentirete.

25 giu 2015

RECENSIONE: - HIS WICKED GAMES - EMBER CASEY


Autore : Ember Casey 
Titolo : His Wicked Games 
Lingua: Inglese 


Avete mai sognato di trascorrere anche un solo giorno in una villa imponente ,antica e beh...diciamo anche un po' inquietante? Vorreste sognare di essere la Belle di turno scambiando però la Bestia con una versione più moderna del bello-e-dannato? Magari siete alla ricerca di qualcosa che stimoli in voi questa fantasia.....ebbene questo libro è quello che fa per voi. 
Sì, lo so, detto così sembra una pubblicità di detersivo disincrostante ma credetemi se vi dico che questo libro ha quel "qualcosa" che lo rende particolare, adatto alle donne che sono delle maghe nell'immaginazione e utilissimo per chi invece ha bisogno di una piccola spinta per distaccarsi con più facilità dal mondo reale. 
Ma vediamo di cosa tratta. 

Lily Frazer farebbe di tutto per salvare il Centro per le Arti Frazer- anche affrontare il noto miliardario Calder Cunningham. Quando Lily fa irruzione nella tenuta dei Cunningham vuole solo trovare Calder e ragionare con lui.  
(Va bene, va bene, vorrebbe tirargli un pugno in faccia, anche, ma quello è il Piano B). Come risultato, l'arrogante miliardario è disposto a darle il denaro che le ha promesso, ma c'è un inganno: lei dovrà vincerlo da lui. 
E il gioco che lui ha in mente non è esattamente....innocente. 
Lei non è sul punto di rinunciare senza prima combattere (o lasciare che qualche arrogante bastardo la seduca) ma presto scoprirà che potrebbe esserci di più del minaccioso Calder di quanto abbia percepito all'inizio. 
Con l'aumentare dell'intensità del loro gioco del gatto col topo, Lily improvvisamente si ritroverà confusa dai suoi stessi sentimenti. 
Riuscirà a negare l'attrazione abbastanza a lungo da vincere il denaro di cui ha bisogno? 

Dopo aver letto queste righe il mio primo pensiero è stato : fa che anche lui non sia amico di Grey! E che Lily non sia la reincarnazione della consorte perché , è inutile mentire, serve qualcosa di diverso e di non scopiazzato, sarebbe troppo facile vendere un numero cospicuo di copie adoperando scenari simili e soprattutto l'elemento Trilogia ( sono 5 libri di cui alcuni semplici novelle). 
Invece Ember Casey (Atlanta, Georgia ) sceglie come Lei una donna dalle tre C : caparbia, curiosa e carismatica, una ragazza sicura di sé tanto da voler affrontare il diretto interessato nel momento in cui vede venir meno la parola data dal padre di Lui che è l'unica ancora di salvezza per il Centro. 
Calder è un uomo affascinante e misterioso, che vive nella villa sopracitata e il tutto fa pensare a un quadro perfetto di una fiaba; peccato che il maltempo non sia l'unico ostacolo da affrontare il  giorno in cui lei decide di andare a parlargli per poter ottenere il denaro promesso .Così si ritrova davanti questo enorme cancello e il principio di un giardino che copre la facciata della villa e il sentiero che conduce ad essa, fa freddo, piove e nessuno le risponde al citofono o alle sue grida di frustrazione; e quindi cosa fare? Arrendersi? No, meglio flashare le telecamere di sorveglianza mostrando il seno come una ribelle, nella speranza che qualcuno esca fuori e quando questo sembra non destare attenzioni pensa bene di scavalcare il cancello e di correre verso la porta principale della villa, peccato però che alle calcagna si ritrova Calder, il quale la blocca con il proprio corpo trattenendola a terra(che cattivo ragazzo!!). Dopo questo primo momento esilarante che sfocia con l'incontro/scontro dei due ,seguono una serie di avvenimenti che li portano a vivere sotto lo stesso tetto per qualche giorno, per colpa della pioggia incessante.I momenti che trascorrono insieme contribuiscono a evidenziare il carattere deciso di Lily e quello cupo di Calder, a conoscersi reciprocamente durante i pasti che condividono e durante la visita guidata che le offre in questa casa sempre più simile a un mese e a un tesoro da scoprire agli occhi di Lily. 
Finché, come si suol dire, l'occasione fa l'uomo ladro ed è così che il nostro miliardario decide di godersi la compagnia della ragazza giocando una carta molto pericolosa per entrambi e che porterà i protagonisti a provare nuove sensazioni in un momento della loro vita in cui il nuovo non è visto di buon occhio. 
Riusciranno Lily e Calder a giocare con il fuoco senza scottarsi? 
La scrittura è semplice ma allo stesso ben curata, molto dettagliata nelle fasi descrittive che riguardano la villa( lo so continuo a nominarla ,ma se lo leggerete capirete perché è importante) e le scene in cui interagiscono i protagonisti. 
Dopo aver letto il libro l'impressione che si ha è di vedere l'incontro di due parti diverse che formano un solo mondo : la parte di chi è nato con i soldi e dall'altra quella di chi combatte per mantenersi a galla; l'elemento comune alle due fazioni è dato da colore che ,o ricchi o poveri, perseverano nel loro obiettivo perdendo di vista il valore delle cose e dei soldi, a volte positivamente altre negativamente. 
Ma può l'uomo o la donna , seppur bisognoso di denaro o attaccato al ricordo di un oggetto, preferire questi all'Amore? 

23 giu 2015

RECENSIONE E INTERVISTA: - ASHER - JO RAVEN

Autore: Jo Raven
Titolo: Asher (Inked Brotherhood #1)
Lingua : Inglese


Ora diciottenne, Audrey torna nella sua città natale per la prima volta dopo la disgrazia -l'incidente che le ha portato via suo padre e che l'ha segnata a vita. E' qui per ricominciare. Andare al college e divertirsi. Fare nuove amicizie. Superare il passato. Ma il passato la insegue. Asher è qui-il suo primo bacio ,il suo primo cuore spezzato. Più bello e distante che mai ,è tuttora
il ragazzo che era il suo migliore amico. Questo prima che lui si trasformasse in qualcuno che lei quasi non conosce -il ragazzo che ha iniziato a fare a botte e he l'ha trattata con freddezza per anni.

Asher non è quello di cui ha bisogno. In fatti lo odia e dovrebbe fare del suo meglio per tenersi lontana da lui. Ma il suo corpo sembra non curarsi del suo sentimento ,e forse ,forse solo questa volta il suo corpo ha ragione. Non che abbia molta scelta. Asher la accende come un fuoco intenso ,e se non sarà prudente, si brucerà.
E questo potrebbe non essere affatto una cosa negativa...

Jo Raven è un'autrice americana di gran successo come attestato da USA Today e New York Times, si dedica alla scrittura di romanzi Contemporary New Adult e il libro che sto per recensirvi è il primo della sua prima serie in assoluto.
I protagonisti di questa storia sono Audrey e Asher, cresciuti insieme sin da piccoli fino a diventare migliori amici prima, e giovani innamorati dopo. Appena sbocciato ,questo amore deve superare un ostacolo troppo grande per la loro età : la morte del padre di lei a causa del padre di lui, questo basta a stravolgere i sentimenti di Audrey e Asher e a diventare quasi estranei dopo il giorno incriminato.
Ma quando i due si ritrovano nella stessa città per ragioni diverse, lei per ricominciare e iniziare qualcosa  di nuovo, lui perchè non ha altro posto dove andare, la vecchia fiamma si riaccende causando in Audrey un risentimento per le sensazioni che la sua vicinanza le provoca mentre per lui Audrey  sarebbe la panacea per tutti i suoi mali se solo si ritenesse degno di lei.
Tutto ciò che i due cercano di evitare diventa inevitabile nel momento in cui Audrey rischia di essere stuprata e Asher riesce a salvarla, dimostrando che in realtà la freddezza che le ha riservato in questi anni ha una motivazione del tutto diversa dal disinteresse ,motivazione che ha un nome e cognome.
Oltre a una profonda caratterizzazione dei personaggi dal punto di vista mentale (questo implica un excursus con ricordi del passato che sono un dettaglio importantissimo per la riuscita della trama) e sentimentale quello che mi ha intrigato è stata la suspance che regna nel libro poiché è un continuo evolversi di situazioni piacevoli e spiacevoli che ti portano inevitabilmente a fare il tifo per questa giovane coppia che viene circondata da altri personaggi sui quali poi si incentreranno gli altri libri della serie. Asher è circondato da amici che considera come fratelli, dando vita a quella che per lui è una famiglia surrogata e manifestazione de loro legame è un tatuaggio comune a tutti (di qui il nome della serie Inked Brotherhood ). Non voglio preannunciarvi nulla circa l'epilogo poiché ritengo sia, per coloro che lo leggeranno e che soffriranno assieme ai protagonisti, un momento di catarsi la cui presenza è necessaria per poter continuare a sognare e sperare in un amore simile…anche solo se letterario.
Il libro è scritto bene, è scorrevole e non ci sono le famose prime pagine che troncano la voglia di leggerlo sul nascere, né ci sono parti ricche di monologhi interiori che se troppo lunghi annoiano il lettore.
Conosciamo un po' più da vicino l'autrice con questa breve intervista circa il libro nella speranza di vederlo pubblicato in italiano un giorno non molto lontano.

First of all,welcome and thank you. I have read that you like reading ,what was the turning point that made you start writing?
I have written all my life ,but only started writing romance recently.

Innanzitutto benvenuta e grazie . Ho letto che le piace leggere, qual è stato il punto di svolta che l'ha spinta a iniziare una carriera da scrittrice?
Scrivo da sempre, ma solo di recente ho iniziato a scrivere romanzi.

Inked Brotherhood is your first series. What did inspire you in the number of chararcters' and plot's creation?
I just create characters I like and stories that pull me in emotionally, and basically I write what I would like to read.


Inked Brotherhood è la sua prima serie. Cosa l'ha ispirata nella creazione del numero di personaggi e della trama?
Creo solo personaggi che mi piacciono e storie che mi attraggono emotivamente e ,fondamentalmente, scrivo ciò che mi piacerebbe leggere.

It is said " in love the winner is the one who flees " but the women in those books fight to stay with their lovers even if they have to overcome some problems related to the past as for Audrey. How hard was to deal with issues like child abuse and attempted rape?
Writing about issues of child abuse and attempted rape, and all the other violent themes of my series is difficult. I cry for my characters, and feel bad for putting them through all this, but I feel that their redemption and happiness afterward is all the better, because they have fought their demons and won.

Si dice che in amore vince chi fugge ma Audrey combatte per restare accanto ad Asher anche se questo significa superare problemi legati al passato. Quanto è stato difficile trattare argomenti come maltrattamento di minore e il tentato stupro?
Scrivere di questi e di tutti gli altri temi violenti della serie è difficile. Piango per i miei personaggi e mi sento in colpa nel sottoporli a tutto ciò, ma sento che la loro successiva redenzione e felicità è decisamente migliore, poiché hanno combattuto i loro demoni e hanno vinto.


Last question."Micah" is the first book of another series named Damage Control that is the name of the shop runned by Zane.Why did you decide to start a new series with another hot and tattooed bad boy?Can we expect other hot scenes set in the kitchen as in the previous series?
I decided to start a new series with another hot and tattooed boy because hot tattooed boys is what I love writing about. All my boys will be like that. Seriously. You can expect hot scenes in kitchens , bathrooms, bedrooms, living rooms and every other place I can think of. I have lots of ideas to explore in the next series, the series after and all my future books!

Ultima domanda."Micah" è il primo libro di un'atra serie che si chiama Damage Cotrol che è il nome del negozio gestito da Zane. Perché ha deciso di iniziare una nuova serie con un altro attraente e tatuato cattivo ragazzo? Possiamo aspettarci altre scene bollenti ambientate in cucina come nella precedente serie?
Ho deciso di iniziare una nuova serie con un altro ragazzo bello e tatuato perché è dei bei ragazzi tatuati che amo scrivere. Tutti i miei ragazzi saranno così. Davvero. Potete aspettarvi altre scene piccanti in cucina, in bagno, in camera da letto, in soggiorno e in qualsiasi altro luogo che posso immaginare. Ho molte idee da esplorare nella prossima serie, e in quella successiva e in tutti i miei libri futuri!

RECENSIONE: - L'AMORE DOMANI - GREGORY SHERL


AUTORE: Gregory Sherl
CASA EDITRICE: Piemme
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015

Per trenta dollari, a New York, c’è un posto dove puoi collegarti a un computer, inserire il nome della persona che ami, e vedere cosa sarete diventati – sì, proprio voi due – tra dieci, venti, trent’anni. Basta prendere un appuntamento col dottor Chin e dare in pasto al computer dei dati “oggettivi” sulle vostre vite, e come per magia una sfera di cristallo a forma di computer ti mostra il film del tuo futuro.
Anche Evelyn, giovane bibliotecaria, l’ha fatto: e ha visto se stessa e il suo ragazzo Adrian litigare mentre cantavano buon compleanno a un chihuahua in t-shirt… non esattamente una promessa di felicità. Abbastanza per mollarlo per sempre.

Godfrey, invece, ha appena chiesto a Madge, la sua fidanzata, di sposarlo, e non capisce perché lei prima di dire sì gli chieda di fare una capatina preventiva dal dottor Chin per sbirciare nel loro futuro di coppia. Ma in amore è davvero possibile prevedere qualcosa? La storia di Evelyn e di Godfrey, che si incroceranno nell’anticamera del dottor Chin, e finiranno per andare – insieme –  molto lontano, ci insegna che no, in amore non esistono sfere di cristallo. Perché il futuro, a volte, è meglio coniugarlo al tempo presente.

L'amore domani è un romanzo romantico, carino e molto particolare. Siamo in un mondo in cui esiste una pratica chiamata Visionismo che permette alle persone di sbirciare nel futuro per scoprire se il proprio partner sia quello giusto o meno. La storia è raccontata attraverso i due protagonisti (Capitoli alternati e in prima persona):
Evelyn, una bibliotecaria che attraverso il Visionismo scopre che il suo attuale fidanzato non sembra essere quello giusto per cui decide di rompere e mettersi alla ricerca di quello giusto con una nuova seduta di Visionismo.
Godfrey è un impiegato presso la sede del Dipartimento degli Oggetti ritrovati e non reclamati, ha appena chiesto in moglie Madge ma prima di accettare gli chiede di sottoporsi ad una seduta di Visionismo per scoprire se sono compatibili.
Naturalmente, Godfrey e Evelyn si ritrovano nello stesso studio e...il resto, scopritelo Voi.
Idea originale quella di inventare una pratica chiamata Visionismo, pratica che non solo sarà il motore del romanzo ma sarà anche un modo per riflettere su alcune questioni: Siamo padroni del nostro destino o è stato già tutto scritto? E' davvero così importante sapere cosa ci riserva il futuro o sarebbe meglio vivere il presente senza farsi troppe domande?
Un romanzo con un sottile senso dell'umorismo, dolce, dialoghi brillanti e scritto con uno stile semplice.
I due protagonisti sono abbastanza realistici ma, secondo me, non sono cresciuti completamente. Hanno avuto entrambi un'infanzia difficile ma le conseguenze di ciò non vengono completamente esplorate. E infine l'andamento della storia che risulta un po' scontata per i miei gusti ma tutto sommato una lettura piacevole.

21 giu 2015

RECENSIONE: - DOV'E' FINITA AUDREY? - SOPHIE KINSELLA


AUTORE: Sophie Kinsella
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO PUBBLICAZIONE: 2015

Audrey ha 14 anni ed è da tempo che non esce più di casa. Qualcosa di brutto è successo a scuola, un episodio di bullismo che l'ha profondamente segnata e ora lei è in terapia per rimettersi da gravi attacchi d'ansia e panico che non le permettono di avere contatti con il mondo esterno. Per questo indossa perennemente dei grandi occhiali scuri, il suo modo di proteggersi e sfuggire al rapporto con gli altri. Il fratello invece è un simpatico ragazzino ossessionato dai videogiochi che, con grande disperazione della madre nevrotica, non si stacca un attimo dal suo computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Ma quando Audrey incontra Linus nasce in lei qualcosa di diverso... deve poter trovare un modo per comunicargli le sue emozioni e le sue paure. Sarà questa scintilla romantica ad aiutare non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata. 

Dov'è finita Audrey? è il primo young adult della famosa scrittrice Sophie Kinsella. Abituati a conoscerla per i suoi chick lit, vi sembrerà un po' strano scoprirla in questa nuova veste ma state tranquilli, sono sicura che l'apprezzerete anche così, come è successo a me. 
Il romanzo, lettura molto scorrevole e breve (si legge davvero nell'arco di poco tempo), racconta la storia di Audrey, una ragazza di quattordici anni che qualche mese prima è stata vittima di bullismo da parte di alcune compagne di scuola. Non viene spiegato cosa è successo di preciso ma sappiamo che è rimasta molto traumatizzata. Le vicende sono narrate dal punto di vista di Audrey e ci sono anche alcune trascrizioni di video che la protagonista gira come terapia.
Audrey è un personaggio caratterialmente ben delineato ed è difficile non restarne conquistati. Non solo per quello che ha passato ma anche  nel vederla lottare per uscire dalla sua "prigione". E non sarà sola, accanto avrà una famiglia (anche se alquanto bizzarra) e Linus, l'amico di suo fratello.
Sicuramente non è la solita storia young adult e saprà sicuramente stupirvi perché anche se lo stile dell'autrice è facilmente riconoscibile: leggero, asciutto e spensierato (ci sono dei momenti in cui è difficile non mettersi a ridere), in realtà è una storia tenera, toccante e che affronta tematiche molto attuali su cui riflettere. 
Le uniche cose che non mi hanno molto convinto molto sono state: la madre di Audrey, un tantino esagerata nei comportamenti e il finale, un po' troppo frettoloso per i miei gusti.  
Una lettura adatta non solo ad un pubblico adolescenziale.

9 giu 2015

RECENSIONE: - REGINA ROSSA - VICTORIA AVEYARD




AUTORE: Victoria Aveyard
CASA EDITRICE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015

Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un'eccezione destinata a mettere in discussione l'intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l'altro e Mare contro il suo cuore. Regina Rossa apre una nuova serie fantasy vivida e seducente dove la lealtà e il desiderio rischiano di esseri fatali e l'unica mossa certa è il tradimento.

Regina Rossa è il primo volume di una serie distopica fantasy per adolescenti, distopico perché ambientato in una società sgradevole in cui le tendenze sociali sono davvero estreme e fantasy per la presenza di poteri magici. Purtroppo, come spesso accade negli ultimi tempi, il finale è aperto. Non resta, quindi, che aspettare il prossimo volume (in lingua originale uscirà nel 2016).
Faccio una breve premessa: Non ho letto Hunger Games e ho letto pochissimi distopici. Detto questo, torniamo al volume in questione.
Le vicende sono raccontate in prima persona (unico punto di vista) dalla protagonista Mare Barrow, una comune ragazza di diciassette anni che un bel giorno scopre di essere speciale. Fin qui niente di nuovo, invece, la vera novità sta nel mondo creato dall'autrice.
La gente è divisa in base al colore del sangue. I Rossi, gente povera destinata ai lavori più umili e al servizio degli Argentei, persone crudeli dotate di poteri sovrannaturali. In mezzo a tutto questo c'è la Rossa Mare.
Tutto sommato, ho trovato la storia abbastanza coinvolgente nonostante abbia riscontrato alcuni aspetti che mi hanno lasciata un po' perplessa.
Cominciamo dalla protagonista. Confesso che non sono riuscita a provare empatia per lei, è rimasto un personaggio piatto, non avendo notato alcuno cambiamento durante il corso della storia.
Anche l'immancabile risvolto romantico che la vede protagonista, non mi ha colpito particolarmente. Ero molto più interessata alle vicende politiche e avventurose che coinvolgono la protagonista.
Avrei voluto conoscere le origini di questo nuovo mondo che non vengono spiegate, per cui potrebbe essere un futuro o semplicemente un mondo totalmente nuovo.
Altra cosa, non sono riuscita a capire perché nonostante siano anni e anni che si combatte, invece di mandare gli Argentei che potrebbero risolvere tutto dato i loro immensi poteri, mandano invece i Rossi.
Oppure, Mare che potrebbe pretendere molte cose, stranamente pur amando i suoi genitori non chiede che il padre venga guarito.
E' sicuramente un romanzo con un ritmo veloce, molta azione e non rappresenta solo un volume introduttivo (ci sono colpi di scena più o meno prevedibili, fughe, battaglie a colpi di poteri magici etc. etc.).
Storia carina, bella cover ma mi aspettavo di più perché il materiale su cui lavorare non mancava.

RECENSIONE: - TUTTO IN UNA SOLA NOTTE - KYLIE SCOTT


AUTORE: Kylie Scott
CASA EDITRICE: Newton Comtpon
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015

I piani di Evelyn Thomas per festeggiare il suo ventunesimo compleanno a Las Vegas erano grandiosi. Non aveva certo previsto di svegliarsi sul pavimento del bagno della sua stanza d’hotel, con i postumi di una sbornia madornale e un uomo tatuato, seminudo e molto attraente accanto ad assisterla. E, ciliegina sulla torta, un diamante al dito grande abbastanza da spaventare. Se solo riuscisse a ricordarsi come tutto ciò possa essere accaduto, sarebbe già qualcosa… Lui si ricorda tutto, invece: si chiama David, è il chitarrista di una rock band di successo, gli Stage Dive, e da meno di dodici ore pare sia il marito di Evelyn. E adesso? Che fare? E se non si fosse trattato solo di un errore dovuto ai fumi dell’alcol?

Tutto in una sola notte è il primo volume della serie Stage Dive che ha per protagonisti i componenti di una famosa Rock Band. Ogni volume racconterà la storia d'amore di uno dei componenti per cui possono essere letti anche singolarmente. Ma vi consiglio di leggerli nel loro ordine per conoscere meglio i membri della band.
In questo volume la storia d'amore è incentrata su Evelyn Thomas che per festeggiare i suoi 21 anni parte per Las Vegas. Tutto bene, fino a quando non si risveglia, senza ricordare nulla, sul pavimento di un hotel con i postumi di una sbornia e David Ferris un uomo sexy, tatuato e chitarrista di una rock band famosa che pare essere suo marito.
Ad essere sincera quando si parla di rock band mi aspetto sempre qualcosa di più oscuro e trasgressivo invece è una commedia dolce, romantica e molto sensuale. Il romanzo nonostante qualche aspetto poco credibile e i suoi cliché, si lascia leggere con piacere.
L'autrice ha uno stile scorrevole e coinvolgente (difficilmente lo lasci a metà) e non mancano momenti in cui sorridere. Anche i due protagonisti sono simpatici lui è una rock star con i suoi vizi ma è anche dolce mentre Evelyn è una ragazza comune ma forte e ironica. Il livello di sensualità è molto alto ma non si tratta di pura ginnastica, c'è sentimento e amore.
Una lettura leggera e che fa sicuramente venire voglia di leggere anche il successivo.

RECENSIONE: - IL PROFESSIONISTA - KRESLEY COLE


AUTORE: Kresley Cole
CASA EDITRICE: Leggereditore
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015


Aleksandr Sevastyan, uomo d’azione della mafia russa conosciuto come “il Siberiano”, ha giurato eterna fedeltà al suo boss. La sua missione ora è trovare e proteggere Natalie, la figlia del capo, ma la ragazza non è l’ingenua studentessa che pensava di trovarsi di fronte. Avvolta da una nube di capelli rossi e sfacciata sensualità, Natalie tormenta i pensieri del freddo Aleksandr fino a fargli perdere il controllo.
Anche la ragazza è scossa dall’incontro con il Siberiano e non può resistere al suo fascino mozzafiato. Insieme partono per la Russia, dove sperimenteranno una vita di lussuria e perdizione e un’intesa che li porterà al di là delle loro più audaci fantasie.
Ma i rivali del boss vogliono Natalie morta e i due fuggitivi sono costretti a nascondersi in una Parigi affascinante e decadente, lo scenario ideale per i loro desideri inconfessabili...

Il Professionsita L'incontro - La rivelazione - Il rifugio rappresentano il primo volume della serie erotica ad ambientazione contemporanea che racconta la storia di passione tra Aleksander Sevastyan, il pupillo di un potente boss della Mafia Russa e Natalie, giovane studentessa universitaria figlia del boss in questione.
Avevo parecchie aspettative riguardo a questo romanzo perché la trama sembrava davvero intrigante e diversa dai soliti erotici pubblicati fino ad oggi ma purtroppo sono rimasta veramente delusa.
La storia è raccontata in prima persona da Natalie (per cui è l'unico punto di vista) e la cosa non mi ha infastidito ma per certi aspetti ricalca molto la trilogia delle Sfumature: lui ricco con il passato tragico, lei studentessa vergine, il protagonista maschile con gusti particolari (per fortuna non deve "illuminare" nessuno).
Se questo non bastasse la trama è praticamente ridotta all'osso. E' un continuo scene di sesso bollenti ed io mi aspettavo di più considerato che è stato inserito il tema della Mafia Russa.
Anzi, proprio questo tema sembra trattato con troppa superficialità. Si ha la sgradita sensazione che lavorare per il crimine organizzato sia un lavoro come un altro. Ne esci senza problemi, niente ritorsioni se hai ammazzato un boss rivale, te ne vai in giro per il mondo come un qualsiasi turista...
E vogliamo poi parlare della mancanza di rimorsi sulle attività svolte dal padre e dal suo braccio destro da parte di Natalie. Un Boss della Mafia russa che si limita a stare nel ramo delle costruzioni e a corrompere politici e un braccio destro che fa il killer vengono considerati come persone affascinanti e buone.
C'è una mancanza di credibilità davvero assurda. Un tizio (che non conosci) ti entra in casa, ti rapisce, ti dice che sei la figlia di un boss, ti porta in Russia, sull'aereo ti dai da fare con lui e poi telefoni alla tua amica del cuore a cui le dici tutto e la inviti a non farsi trovare in casa quella notte perché ci sono due pericolosi killer che la cercano. L'amica invece di chiamare la polizia si raccomanda dell'eliminazione "il sigillo"? Una persona sana di mente non si sarebbe rotolata con un tizio che ti ha appena detto di essere il braccio destro di un boss. Natalie poi finisce per avere gioielli da milioni di dollari, vestiti, un'eredità e chi se ne frega se è morto qualcuno per avere tutto quel denaro. Per non parlare, che da vergine diventa subito una donna estremamente disinibita e pratica.
Quando, infine, si scopre il passato di Sevastyan, ti rendi conti che sarebbe dovuto andare da uno psicologo, non alimentare le sue perversioni e ossessioni come fa la protagonista.
Il rapporto tra i due non è amore ma una lotta di potere tra persone con una forte attrazione l'una per l'altra.

7 giu 2015

FRANCO FORTE - CALIGOLA -

CALIGOLA – IMPERO E FOLLIA
Il primo romanzo al mondo che racconta tutta la verità sull’imperatore geniale e ribelle che umiliò Roma!

Il nuovo romanzo di Franco Forte, in libreria dal 1° giugno 2015


CALIGOLA – Impero e Follia
di Franco Forte
Collana Omnibus Mondadori
Pagine 410


Ha appena cinque anni, Gaio Giulio Cesare, quando il padre decide di portarlo con sé per una campagna militare nelle terre da cui ha preso il suo nome: la Germania. Perché suo padre è Germanico, il più potente e acclamato generale di Roma. L'uomo che molti vorrebbero incoronare imperatore, al posto dell'odiato e temuto Tiberio. Il comandante che non ha paura di nulla, tranne che di un essere umano: la moglie, Agrippina, nipote di Augusto, la madre dei suoi figli.

Tra loro c'è Gaio, che non ama il suo nome e preferisce il soprannome che gli hanno dato i suoi amici legionari, cui procura schiave e divertimenti, ottenendo in cambio di essere accolto nel loro gruppo e ricevere i loro duri insegnamenti. Quel soprannome che prende origine dalle calzature militari troppo larghe che ha sempre ai piedi, le caligae. Quel soprannome che porterà con sé per tutta la vita: Caligola.

E quando suo padre Germanico viene avvelenato ad Antiochia, la terza città più grande del mondo, il piccolo Caligola giura che avrà la sua vendetta. È in quel momento che capisce che essere amato non basta, che essere un grande guerriero non è sufficiente, che il vero potere risiede nelle informazioni. Per questo impara ad attraversare non visto i corridoi dei palazzi imperiali, dove viene a conoscenza di trame, intrighi e congiure, ordite da uomini assetati di potere e da donne crudeli e disinibite. Sotto il sorriso maligno del vecchio Tiberio, che pare avere stretto un patto con gli dèi, tanto si mantiene lucido, energico e spietato anche in vecchiaia. Così il piccolo Caligola intraprende il percorso che lo porterà a sedere sul trono dell'Urbe. Un percorso lungo, pieno di ostacoli, in cui la tentazione della vendetta deve essere sempre temperata da prudenza e astuzia. Un percorso che farà sì che sarà lui, non suo padre, non i suoi fratelli, il nuovo imperatore di Roma.

Restituendo gli intrighi, le alleanze sempre pronte a mutarsi in tradimento, la lussuria e l'avidità della Roma imperiale, che nelle pagine di “Caligola - Impero e follia” non ha nulla da invidiare alle capitali delle "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco" di George R.R. Martin, Franco Forte scrive un romanzo straordinario, che reinventa, con taglio originale e moderno, il mito dell'imperatore più odiato della storia. Dando voce, per una volta, alla sua versione.

L’autore
Franco Forte nasce a Milano nel 1962. Giornalista, traduttore, sceneggiatore, editor delle collane edicola Mondadori (Il Giallo MondadoriUrania e Segretissimo), ha pubblicato i romanzi Caligola – Impero e FolliaIra DominiIl segno dell’untoreRoma in fiamme, I bastioni del coraggio, Carthago, La Compagnia della Morte, Operazione Copernico, Il figlio del cielo, L’orda d’oro – da cui ha tratto per Mediaset uno sceneggiato tv su Gengis Khan –, tutti editi da Mondadori, e La stretta del Pitone e China killer (Mursia e Tropea). Per Mediaset ha scritto la sceneggiatura di un film tv su Giulio Cesare e ha collaborato alle serie “RIS – Delitti imperfetti” e “Distretto di polizia”. Direttore delle riviste Romance Magazine (www.romancemagazine.it) e Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), ha pubblicato con Delos Books Il prontuario dello scrittore, un manuale di scrittura creativa per esordienti giunto alla settima edizione. Il suo sito è www.franco-forte.it.



INTERVISTA A FRANCO FORTE SU “CALIGOLA – IMPERO E FOLLIA”

Il 1° giugno 2015 Franco Forte, apprezzato scrittore di romanzi storici, direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori (Gialli, Urania e Segretissimo), nonché direttore responsabile di importanti riviste letterarie quali la Writers Magazine Italia (www.writersmagazine.it), è tornato in libreria con il suo nuovo romanzo, “Caligola – Impero e Follia” (collana Omnibus Italiani), il primo al mondo che ci rivela chi sia stato davvero questo imperatore tanto bistrattato dagli storici antichi e che la storiografia moderna ha rivalutato, al pari di quanto accaduto con Nerone. Ma di cosa parla esattamente questo libro? Chiediamolo direttamente all’autore, Franco Forte.

Dopo due thriller storici ambientati nella Milano del 1500, sei tornato nella Roma imperiale, per occuparti, ancora una volta, di un imperatore molto controverso. Come recita la quarta di copertina del tuo libro, Caligola è “l’imperatore più temuto, più odiato, disprezzato.” E questa, ci dici ancora, “è la sua versione della storia…”
Esatto, proprio così. Quando si affronta il mondo antico, la prima cosa da fare è interpretare le fonti, non limitarsi a seguire pedissequamente quello che hanno scritto e ci hanno lasciato in eredità. Gli storici moderni lo stanno facendo con impegno, e negli ultimi cinquant’anni sono emerse verità sorprendenti rispetto a tanti imperatori romani bistrattati dalle fonti storiche primarie (mi riferisco soprattutto a storici come Svetonio, Tacito, Dione Cassio e altri). Sulla base di queste reinterpretazioni sto cercando di descrivere da vicino alcune tra le figure più controverse e inquietanti della storia, come ho fatto con Nerone nel romanzo “Roma in fiamme” e, adesso, Caligola. Un lavoro divertente, che mi ha impegnato molto in termini di studio, ma che credo potrà dare una nuova dimensione a questi personaggi, facendo scoprire lati del loro carattere e della loro personalità inediti e per certi versi sorprendenti.

Davvero si tratta del primo romanzo al mondo che racconta la vita di questo imperatore?
Lo è senz’altro se parliamo di romanzi e se ci riferiamo a quello che dicevo prima, ovvero alla rivisitazione storica che gli studiosi hanno dato di Caligola. Su questo imperatore ha scritto Albert Camus, ma per il teatro. Andrea Frediani, nel suo libro “Dinastia”, ha scritto anche di Caligola, ma si è limitato, come tutto quel libro, e romanzare la “Vita dei Cesari” di Svetonio e poco più, e comunque inserendo Caligola all’interno di un romanzo corale sulla vita di cinque imperatori della dinastia Giulio-Claudia. Il mio è il primo romanzo su Caligola interamente dedicato a questo particolarissimo personaggio, dopo uno studio attento delle nuove interpretazioni dei lasciti storici effettuate dagli studiosi moderni, che hanno modificato radicalmente l’immagine barocca e surreale che autori antichi come Svetonio ne avevano dato nei loro scritti, più che altro per dileggiare un imperatore che, come dico nel sottotitolo del mio romanzo, ha letteralmente umiliato Roma, andando contro l’aristocrazia romana a cui lo stesso Svetonio apparteneva.

Un’operazione di discredito che è durata più di duemila anni…
Come detto, storici antichi quali Svetonio, Tacito, Cassio Dione, rappresentavano, a posteriori, la voce di quella stessa aristocrazia che imperatori come Caligola e Nerone avevano combattuto e umiliato, e dunque è stato gioco facile, per loro, lasciare ai posteri solo accuse, menzogne e parole sprezzanti nei confronti di imperatori che certo santi non erano, ma di sicuro avevano agito in modo ben più razionale e consapevole di quanto la Storia antica abbia tramandato nei secoli. E con Caligola, ancor più che con Nerone, il gioco di damnatio memoriae è stato ancora più pesante e insistito, forse perché Caligola ha fatto davvero paura a molti. Farò un solo esempio per fare capire la situazione. Quando Svetonio si fa beffe di Caligola dandogli del pazzo furioso che arrivò a nominare senatore il suo cavallo, si guarda bene dal chiarire che cosa sia successo davvero. E le nuove ricostruzioni storiche ce lo fanno capire: Caligola arrivò a dire che il Senato era così marcio e corrotto, pieno di gentaglia di così basso profilo, che la nomina del suo cavallo a senatore non avrebbe fatto altro che arricchire il consesso della Curia romana. Si trattava quindi di un gesto di spregio verso l’aristocrazia dell’Urbe, non certo dell’azione di un pazzo come Svetonio ha cercato di farci credere. E questo vale per gran parte delle azioni commesse da Caligola e, dopo di lui, da Nerone.

Come si può raccontare un simile personaggio dalle pagine di un romanzo?
In questo libro sfrutto una tecnica particolare, facendo assumere al lettore il punto di vista di Caligola fin dalle prime righe, per non abbandonarlo più. Restiamo con lui per tutto il suo percorso di vita, fin da quando, da bambino, era in viaggio per i confini dell’impero insieme al padre, il grande generale Germanico. Un percorso lungo e difficile, che l’ha visto lottare per sopravvivere allo sterminio della sua famiglia. E quando finalmente è arrivato al potere, si è dimostrato tutt’altro che un pazzo. Era animato da un profondo desiderio di vendetta nei confronti di coloro che avevano ordito contro di lui e l’intera dinastia Giulio-Claudia, come il Senato e l’aristocrazia romana, oltre al precedente imperatore Tiberio, e che si sono spinti a uccidere suo padre, sua madre Agrippina Maggiore, i suoi fratelli Nerone Cesare e Druso e l’amatissima sorella Drusilla. E’ sopravvissuto a una vera e propria strage, e quando è arrivato il momento si è preso la sua rivincita.

Perché Gaio Giulio Cesare Germanico venne soprannominato Caligola?
Da bambino era stato portato dal padre, Germanico, nei territori a nord del Reno, dove si spingevano i confini dell’impero, e Gaio, vivendo in mezzo ai soldati, volle cercare di sembrare uno di loro. Quando sua madre gli regalò delle caligae, le calzature tipiche dei legionari, lui le indossò e non se le tolse più, anche se erano molto più grandi della sua misura, fiero di poter vestire come un vero soldato. E divenne una sorta di mascotte dei legionari, che amavano suo padre e poi video in lui un naturale erede, cosa che gli servì per sopravvivere quando, anni dopo, Tiberio sterminò la sua famiglia, perché toccare Caligola avrebbe significato toccare il ricordo di Germanico, che viveva ancora glorioso nel ricordo del popolo e dei soldati romani. Gaio Giulio Cesare Germanico volle farsi chiamare Caligola in ricordo agli anni spensierati della sua gioventù, e per fare capire a tutti che lui era il figlio di Germanico, degno erede della dinastia Giulio-Claudia e candidato a diventare imperatore di Roma.


L’ESTRATTO DEL ROMANZO

Capitolo 1

Selva di Teutoburgo - Germania17 d.C. – 770 ab Urbe Condita
Caligola non ha ancora cinque anni

<<Guarda questa terra, Gaio. Vedi come è grassa e rigogliosa, sotto lo strato di foglie? Sai perché è così, anche se in questa foresta il sole non attraversa quasi mai le chiome degli alberi?>>
Il bambino sollevò il naso verso l’alto e osservò l’intrico vegetale che li sovrastava, così fitto da stendere un manto d’ombra perenne sul vasto sottobosco, rendendolo ancora più cupo e spaventoso di quanto già non fosse. C’era uno strano odore, nell’aria, che Gaio Cesare Germanico non riusciva a identificare, ma che era sicuro avesse a che fare con le domande che gli erano state rivolte dal padre.
Restò a pensarci per un po’, in realtà distratto più dai suoni dei misteriosi animali che popolavano la foresta e dal fragore dei legionari in marcia, che concentrato sulla corretta risposta da fornire a Germanico, poi si strinse nelle spalle ossute.<<No>> confessò. <<Non lo so.>>
Il padre lo fissò con una strana espressione, che Gaio gli aveva visto solo quando era molto preoccupato o, peggio, quando era pronto a sgridarlo per qualcosa che aveva fatto, magari disobbedendo a un ordine diretto, ma poi aprì un mezzo sorriso, addolcendo il viso spigoloso, dai tratti forti e decisi, che riusciva a intimorire chiunque fosse costretto ad affrontarlo. 

Tranne la mamma
, pensò Gaio. Agrippina era la sola che sapesse mettere in difficoltà il grande Germanico, comandante delle legioni romane sul Reno, temuto dai suoi nemici e amato dai legionari, che avrebbero dato la vita, per lui.
<<E’ importante che tu lo sappia>> continuò il padre posandogli una mano sulla testa e sfregandogli i capelli. <<Se vuoi diventare un guerriero forte e rispettato dai compagni, un valido generale capace di guidare gli uomini in combattimento, allora devi conoscere le ferite che ancora sanguinano sul corpo di Roma.>>

Gaio sgranò gli occhi, sorpreso. Non aveva creduto che si trattasse di una cosa così importante. Tornò a guardarsi attorno, aguzzando gli occhi nella penombra del sottobosco, ma non vide nulla e si maledisse per la propria stupidità. Indispettito, diede un colpo sul terreno con una delle caligae che calzava fin dal giorno in cui sua madre, per gioco, gliele aveva fatte indossare, anche se quelle calzature erano enormi e lo impacciavano nei movimenti, poi sollevò uno sguardo mesto sul padre.

Ma Germanico non lo stava guardando. Si era eretto in tutta la sua statura, e la sua figura imponente era rivolta verso nord, là dove la foresta di Teutoburgo si faceva più fitta e impenetrabile. Dietro di loro le legioni al comando di suo padre marciavano a ranghi serrati, e il terreno vibrava sotto i piedi di Gaio, trasmettendogli quel senso di forza e di sicurezza che lo aveva accompagnato fin dalla nascita, durante i viaggi con i genitori in quelle terre barbariche.

<<Se affondi le mani nel terreno vedrai che è molto scuro, e che i vermi brulicano, cibandosi del sangue di cui è impregnato.>>

Germanico aveva parlato a voce bassa, ma lui era riuscito a sentirlo benissimo. Eccitato come non mai si piegò verso il basso, e senza avere il coraggio di toccare lo strato di foglie che formava un mantello perenne sulla selvaggia terra di Germania, cercò di riconoscere il sangue di cui aveva parlato suo padre.

<<Se lo annusi, se lo assaggi, capirai che si tratta di sangue romano>> continuò Germanico con voce grave, mentre i legionari sfilavano dietro di loro, accompagnati solo dal pulsare ritmico delle caligae sul terreno. <<Qui sono morti migliaia di soldati, massacrati dai barbari guidati da Arminio. Tre intere legioni, comprese sei coorti di fanteria e tre ali di cavalleria ausiliaria, sono state annientate in questa foresta. In soli tre giorni sono morti più di quindicimila legionari, compreso il loro comandante, il valoroso Publio Quintilio Varo.>> Fece una breve pausa, durante la quale Gaio cercò di immaginare come dovessero apparire quindicimila soldati massacrati e ammassati sul terreno, poi continuò, voltando lo sguardo su di lui: <<Ci furono dei superstiti, naturalmente, ma vennero quasi tutti sacrificati alle divinità delle tribù barbare che ci avevano sconfitto.>>

Gaio si sentì inondare dalla rabbia e dall’indignazione.

<<Tu li hai vendicati, vero padre?>>

Germanico esitò un istante, prima di rispondere, poi gli scompigliò ancora i capelli, con una mossa forse fin troppo rude, che quasi lo fece cadere a terra.

<<Sono tornato qui qualche anno fa, grazie alle indicazioni dei pochi superstiti al massacro, e abbiamo recuperato ciò che restava dei nostri uomini.>> Fece un sospiro, e tornò a guardare nell’intrico della vegetazione. <<Non hai idea di quello che abbiamo trovato. Ovunque c’erano mucchi di ossa, spolpate dagli animali della foresta, e sui tronchi degli alberi erano state inchiodate le teste di centinaia di legionari, che ormai giacevano come teschi scarnificati. E poi… poi c’erano gli altari.>>

Si interruppe, e Gaio trattenne il fiato. Anziché chiedergli di continuare, sentendo che non sarebbe riuscito a parlare, gli afferrò un lembo della veste e tirò un paio di volte.

Germanico parve riscuotersi, lo guardò accigliato, sembrò esitare ancora, ma poi continuò: <<Avevano eretto dei rozzi altari di pietra e legna, su cui avevano sacrificato ai loro dei i nostri tribuni e tutti i centurioni su cui erano riusciti a mettere le mani. Un monito per le legioni di Roma e per i loro comandanti.>>

Gaio esalò il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento e strinse i pugni.
<<Dobbiamo vendicarli!>> gridò.
<<Tu non farai proprio niente>> intervenne una voce alle loro spalle, e Gaio sussultò per la sorpresa. Si voltò e corse incontro alla madre, che era scesa dalla portantina e si era avvicinata a passo felpato, tanto che lui non l’aveva nemmeno sentita. O forse era stato così preso dal racconto del padre che non si sarebbe accorto nemmeno se lei l’avesse preso fra le braccia e sbaciucchiato sul collo, come faceva fin troppo spesso, per i suoi gusti.

<<Qui c’è il sangue dei legionari, quelli da vendicare, tutti!>> esclamò rischiando di inciampare nelle caligae. Agrippina lo afferrò al volo prima che finisse con la faccia tra le foglie umide del sottobosco. E impregnate di sangue!

<<Tuo padre è qui per questo, e stai sicuro che sa fare bene il suo lavoro>> lo tranquillizzò lei, sollevandolo in braccio e fissando Germanico con una strana smorfia.

<<Era giusto che sapesse>> si limitò a dire il padre, reggendo lo sguardo di Agrippina.

Lei non rispose nulla, finché la sua espressione si addolcì e le sue labbra scesero verso il collo lungo ed esile di Gaio.

<<Basta baci!>> protestò lui allontanandola e guardandosi attorno per capire se qualche soldato li avesse visti. Si vergognava di quelle effusioni da parte della madre, che lo facevano sembrare ridicolo di fronte ai legionari.

<<Indossi ancora questi calzari?>> gli chiese lei osservando le enormi caligae che aveva ai piedi. <<Non rischi di inciampare?>>
<<No!>> ribatté lui dibattendosi finché Agrippina non lo rimise a terra. <<Io sono un soldato! Come papà!>>
Restò a fronteggiare i genitori pronto a dare battaglia, mentre l’odore del sangue dei legionari che erano caduti in quella foresta gli riempiva le narici, adesso sì forte e ben percepibile.

Agrippina e Germanico si scambiarono un’occhiata, poi scoppiarono a ridere, e Gaio si sentì arrossire fino alla radice dei capelli.

Avrebbe preferito di gran lunga una schermaglia, che avrebbe affrontato da vero legionario, pronto a versare il proprio sangue insieme a quello dei quindicimila che erano stati massacrati nella selva di Teutoburgo, piuttosto che sentirsi ridicolizzato in quel modo.

Colmo di rabbia e di vergogna scappò via, barcollando sulle caligae troppo grandi e deciso a nascondersi per sempre nel fitto della foresta, dove avrebbe dato la caccia ai barbari di Arminio uccidendoli a uno a uno, fino a quando vendetta non fosse compiuta.